Da molti anni ormai per me ogni 4 maggio si tinge di rosso, o meglio, di granata. E’ un giorno dedicato al ricordo, è il giorno del Grande Torino. Per chi non lo sapesse (ma c’è davvero qualcuno che non lo sa?), il 4 maggio ricorre l’anniversario della tragedia di Superga. Il 4 maggio 1949 l’aereo che riportava a casa i giocatori del Torino, dopo un’amichevole disputata con il Benfica a Lisbona, andò a schiantarsi contro la collina di Superga, dietro il convento della basilica. Morirono 31 persone: 18 giocatori, 6 tra dirigenti e accompagnatori, 3 giornalisti e 4 membri dell’equipaggio. Nessuno si salvò. Leggere i quotidiani e vedere le immagini dell’epoca fa venire la pelle d’oca. Fu un grande lutto per la città e l’Italia intera, per gli amanti dello sport, per tutti quanti … non morì solo un gruppo di calciatori imbattibili, morì anche “l’esempio della nuova generazione, che riprende con coraggio la vita dal fondo, ove non per sua colpa, si è ritrovata dopo la guerra” (La Stampa, 5 maggio 1949)… il Grande Torino era il simbolo della speranza e della rinascita dopo gli anni bui delle bombe.
I tifosi e tutti coloro che vogliono omaggiare il Grande Toro non dimenticano mai di fare una visita alla Basilica di Superga, dove sul luogo dell’incidente è stata posta una grande lapide commemorativa. Però anche il Cimitero Monumentale di Torino è una tappa d’obbligo. Qui, sotto le arcate della V ampliazione, all’ombra del mausoleo Tamagno, ci sono le tombe di quasi tutti i giocatori. Dal 2005 poi, nella parte nuova del Monumentale (VIII ampliazione, campo 6-7), si trova anche un monumento vero e proprio. L’idea di onorare con un’opera d’arte nel cimitero la memoria del Grande Torino fu di Giuseppe Lodi, ex assessore ai servizi demografici del comune: “Credo che Torino abbia un grosso debito di riconoscenza verso quella formazione leggendaria e dunque è doveroso ricordarla anche là dove dorme il sonno eterno”. Nel 2004 fu indetto un concorso a cui parteciparono una trentina di artisti. Il progetto vincitore fu quello presentato da Luciano Cappellari, pittore, architetto e docente (già autore di varie opere nei cimiteri torinesi).
Il monumento al Grande Torino è stato inaugurato la mattina del 15 ottobre 2005, alle 11. Erano presenti, oltre all’autore, le autorità comunali, i parenti delle vittime, giornalisti, tifosi e tanta gente comune… Si tratta di un’installazione in cemento armato abbastanza imponente, progettata da Cappellari e realizzata dalle socie dell’Associazione ex Allievi Liceo Artistico: Francesca Gozeni, Monica Migliore e Valentina Rubin. Su un basamento grigio, spicca lo stemma della società calcistica ed è segnata in bianco un’area di rigore: in un angolo un pallone è pronto per essere calciato nella porta. Alla traversa della porta è arrotolata una sciarpa “piena di vento” (Cappellari) e dietro si stagliano tre pannelli granata, che potrebbero rappresentare il pubblico dello stadio: il giocatore n° 12, la Curva Maratona. I tre pannelli sono rivestiti da un mosaico in ceramica frammentata e ricomposta… se aguzzate lo sguardo vedrete formarsi in varie zone della composizione la scritta “Forza Toro” (sono gli striscioni della Maratona!) e questo è un aspetto che rende l’opera davvero molto originale.
Ha scritto Gian Paolo Ormezzano: “Il monumento si presta a varie interpretazioni artistiche, storiche, ambientali alle quali il tifoso granata ha il sacro e santo diritto di non accedere. Per lui è soltanto Superga portata finalmente giù, in città, al cimitero di Corso Novara… è l’arte che elabora quella lapide con i nomi appiccicati a quel maledetto muraglione. E’ un altro posto dove mescolare amore, tristezza, fierezza, speranza…”. Un posto nel Monumentale dove fermarsi per riflettere e ricordare, mentre da lontano in cima alla collina di Superga la basilica ci osserva.
(L’immagine che apre il post è stata tratta dal sito www.ilgrandetorino.net)