Necroturismo? Cosa significa? Si tratta di “un termine usato più in Spagna che in Italia. Deriva da una particolare tipologia di turismo, detto in Spagna Turismo Negro e nei paesi anglosassoni Black, Dark o Grief Tourism. La forma arcaica corrispondente a questo neologismo è Tanatoturismo (dal greco thanatos, ovvero morte). Il Necroturismo è quindi il turismo che concentra le proprie destinazioni nei luoghi associati alla morte”. Così Sara Zugni ci spiega l’etimologia di questa parola che può sembrare piuttosto inquietante… al Necroturismo Sara ha dedicato un sito internet, nel quale si occupa di tutto ciò che interessa a noi, cari amici della civetta! Allora scopriamo qualcosa in più…
Sara, raccontaci di te: studi, lavoro, passioni…
Non ricordo esattamente il momento in cui mi sono innamorata dell’arte. Sono cresciuta con i miei nonni, e mio nonno era uno scultore, pittore e professore d’arte. È un aspetto irrinunciabile della mia vita quotidiana. Mossa da questa passione mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali, ho frequentato un Master in operatore museale e guida turistica e ho conseguito l’abilitazione professionale di Accompagnatore Turistico. Oggi vivo scrivendo d’arte, curando incontri di storia dell’arte e mostre e collaborando con agenzie di comunicazione per progetti dedicati alla cultura e alla creatività.
Cos’è Necroturismo.it?
Devo aver incontrato per la prima volta questo termine in un articolo di un inserto del Sole 24 Ore circa 15 anni fa. Sono rimasta folgorata. Erano gli anni in cui frequentavo l’università e i cimiteri avevano già iniziato ad appassionarmi. Necroturismo.it vuole essere una sorta di guida virtuale al patrimonio artistico presente nei cimiteri, ma non solo. È anche uno strumento per promuovere le iniziative delle associazioni e delle guide turistiche che lavorano per valorizzare questo patrimonio.
Quali sono le tematiche principali che affronti nel blog?
L’arte in relazione ai cimiteri, gli itinerari per emozionarsi. Dagli scultori con le loro opere, ai pittori che hanno visto nei cimiteri un interessante soggetto a cui dedicarsi. Dai grandi architetti che hanno progettato cimiteri di ieri e di oggi, ai fotografi contemporanei che continuano a subire il fascino di questi luoghi straordinari. E poi tante interviste, soprattutto alle guide turistiche che hanno percorso in lungo e in largo i cimiteri delle città in cui vivono e lavorano.
Perché hai deciso di dedicarti a questo progetto e quali sono i tuoi obiettivi?
Come tutte le decisioni importanti della mia vita, anche questa è avvenuta appena in tempo e in modo assolutamente irrazionale. Necroturismo.it è nato un pomeriggio di febbraio, in un momento lavorativamente piuttosto complicato. Sono seguiti mesi difficili e questo progetto è stata una vera boccata d’ossigeno. Gli obiettivi…mah… per me è un piacere così grande dedicarmi allo studio di questo argomento, che tutto quello che arriverà, sarà accolto con entusiasmo. Qualche sogno nel cassetto c’è. Ma sono scaramantica…
Il turismo cimiteriale è assai diffuso all’estero… come viene percepito in Italia?
Per quanto riguarda la mia esperienza, penso che sia in aumento e sempre più apprezzato. Sicuramente c’è ancora qualche pregiudizio, ma mi capita sempre più spesso di partecipare a iniziative dedicate ai cimiteri e di constatare che il pubblico si fa sempre più interessato e numeroso!
Chi è il necroturista tipo secondo te?
Chi il sabato pomeriggio, invece di andare a fare shopping in centro, si sceglie una compagna o un compagno di viaggio per scoprire un cimitero. Chi visita una delle grandi capitali e si promette di cogliere aspetti inediti della città, partendo dai cimiteri, passando per le catacombe e chissà a cos’altro. Per me il necroturista è un individuo curioso, probabilmente anche piacevolmente bizzarro, alla ricerca di qualcosa che non sia né banale né scontato.
Se dovessi convincere una persona restia a visitare un cimitero, cosa le diresti?
Non sono mai stata diplomatica…la guarderei negli occhi e le direi: sei probabilmente stata in un centro commerciale, potresti persino aver assistito a un concerto di Vasco Rossi. Una visita al cimitero non può essere peggio di tutto questo.
Qual è il luogo funerario più particolare in cui ti sei imbattuta?
Penso il carnerio che si trova al primo livello della Chiesa di San Silvestro a Iseo, mio paese natio. È un luogo davvero suggestivo, una chiesa con origini antichissime, una danza macabra affrescata all’interno, nella zona absidale, e una botola che porta appunto a questo carnerio, completamente ricolmo di ossa.
Quali sono il cimitero/sito funerario e l’opera d’arte funeraria a cui tieni di più e perché?
Sono particolarmente affezionata a un cimitero altoatesino. È un luogo in cui adoro tornare. È il cimitero di Scena, un paese sopra Merano. Accanto al cimitero c’è il Mausoleo dell’Arciduca Giovanni d’Austria. È lì che ho iniziato a scrivere di necroturismo. Ho trascorso intense serate scrutando l’orizzonte dalle scale del Mausoleo, che con le sue linee neogotiche, mi proiettava in un altra dimensione, in un altro tempo.
Secondo te, perché è importante visitare un cimitero?
Non lo so, o meglio, i motivi possono essere tantissimi. Io lo faccio perché mi piace, mi fa stare bene, soddisfa la mia curiosità, gratifica la mia immaginazione. So che può sembrare strano, ma semplicemente mi rende felice.
Potete seguire Sara sul blog Necroturismo.it e sulla pagina Facebook Necroturismo – al di là dei soliti itinerari
Immagine di copertina: Arnold Böcklin, L’isola dei morti, 1880, Kunstmuseum di Basilea.
Testi e immagini © Sara Zugni. Se desiderate utilizzare questo materiale scrivete a: info@lacivettaditorino.it
Approfondimenti
La civetta su Necroturismo.it: Da Torino con passione, tra Monumentale e segreti di una città magica
Articolo sul necroturismo su pagina99 – Un Baedecker all’ombra dei cipressi