Con questo post del blog civettuolo inauguro una nuova rubrica che vi rende protagonisti e che spero abbia seguito: LE VOSTRE STORIE. Uno degli aspetti che apprezzo di più della mia attività è che mi consente di entrare in contatto con voi, tramite le visite guidate e i social. E spesso capita che proprio voi mi facciate scoprire nuove storie e personaggi interessanti e di questo vi ringrazio, perché questa condivisione mi arricchisce tantissimo. Un esempio per tutti? L’incredibile storia delle sorelle torinesi Bollito, campionesse dattilografe, che mi ha raccontato Marcella e che in molti avete apprezzato.
Perciò ho pensato di dare spazio su questo sito a coloro che vogliono a far conoscere un volto o un evento del nostro passato che rischiano di cadere nel dimenticatoio. Come LIDIA FERRARIS, che mi ha scritto ciò che segue e che sentiva il bisogno di condividere con altri. Lidia ha voluto ricordare un giovane aviatore, OSCAR ABELLO, legato alla sua famiglia, ma anche alla città di Torino.
Oscar Abello nacque a Torino il 25 settembre 1916. Dopo essersi diplomato all’Istituto Sommeiller, collaborò come giornalista con alcune riviste. Ottenuto il brevetto di pilota, nel 1936 entrò in Aeronautica. Fu assegnato alla 70a Squadriglia, 23° Gruppo del 3° Stormo Caccia a Torino Mirafiori. Si trovò a pilotare i velivoli Fiat C.R.42 Falco. Durante la seconda guerra mondiale, nel dicembre 1940 il suo gruppo fu inviato in Libia per contrastare l’avanzata inglese. Il destino era in agguato e il 5 gennaio 1941 il caccia di Oscar venne abbattuto dalla mitraglia di un caccia inglese che lo colpì alle spalle, mentre era in fase di atterraggio. In quei giorni inglesi e australiani fecero 36.000 prigionieri italiani. I caduti sul luogo vennero sepolti nei cimiteri di guerra, individualmente o in fosse comuni, come successe a Oscar, che al momento della morte aveva solo 24 anni.
Il 5 novembre 1941 l’Università di Torino conferì al giovane tenente la laurea ad honorem in Scienze economiche (facoltà a cui si era iscritto nel ’35). L’8 agosto 1942 ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il 19 settembre 1965 è stata inaugurata a Torino, in via Beinette 26, la caserma tuttora intitolata a lui, sede della sezione torinese dell’Associazione Arma Aeronautica.
I resti non identificati di Oscar furono traslati dalla Libia e oggi riposano nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare, a Bari, in zona Japigia. Questo ossario militare fu inaugurato il 10 dicembre 1967 e custodisce i resti di oltre 75.000 caduti. Più di 40.000 sono ignoti e sono stati riportati in patria dopo la soppressione dei cimiteri di guerra costituiti nei territori d’oltremare (Balcani, Africa Settentrionale, Africa Orientale) dove operarono unità italiane durante le due guerre.
Oscar è anche ricordato nel Cimitero Monumentale di Torino: il suo nome figura sul monumento commemorativo ai caduti dell’Aeronautica Militare.
Lidia ci racconta: “Oscar Abello era il padrino di cresima di mio papà. Sua madre, Angela Maria Berardo, era amica intima della mia nonna paterna. Amiche anche nel dolore, poiché entrambe ebbero la disgrazia di perdere un figlio di 24 anni. Nel 1941 morì Oscar, che era figlio unico, e in seguito morì anche il papà. La famiglia viveva a Torino, in via Teofilo Rossi 3, ma la signora Abello, rimasta sola, decise di trasferirsi a Sanremo, dove visse fino al 21 febbraio 1985, giorno in cui raggiunse in cielo i suoi cari. Ad aprile di quest’anno ho finalmente ho realizzato un mio desiderio: poter andare almeno una volta al Sacrario di Bari per rendere omaggio e dire una preghiera a questi poveri giovani che hanno dato la vita in guerra. È un luogo suggestivo, un’oasi di pace, e gli accompagnatori sono molto gentili.
Sotto il porticato e la scalinata di accesso al Sacrario vi è un museo storico che rievoca le varie fasi della seconda guerra mondiale. Sono raccolti numerosi documenti, fotografie, schizzi, uniformi, armi, cimeli ed effetti personali. C’è anche una chiesetta dove ogni domenica si dice Messa in ricordo dei caduti. Al tramonto nove solenni rintocchi di una grande campana, donata al Sacrario da tutte le associazioni combattentistiche e d’arma, ricordano tutti i caduti ai vivi, così come le parole incise nel suo bronzo: VICTI VIVIMUS (viviamo anche da vinti)”.
Se anche voi desiderate ricordare una persona o un episodio del passato come ha fatto Lidia, scrivetemi!
Mandate un’email all’indirizzo info@lacivettaditorino.it oppure un messaggio privato alla pagina Facebook La Civetta di Torino.
Tutte le immagini di questo articolo sono © Lidia Ferraris
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