Dalla mia trasferta siciliana della scorsa estate mi sono portata la storia delle “camicette bianche”, che voglio condividere con voi.
Una targa per le “camicette bianche”.
Il giardino di piazza Trieste ad Avola (SR) è stato dedicato a 24 giovani donne siciliane emigrate in America e morte tragicamente il 25 marzo 1911 nel famoso incendio della Triangle Shirtwaist Factory di New York. In questo giardino è stata posizionata una targa su iniziativa del Comune cittadino e dell’Associazione Toponomastica Femminile.
La fabbrica produceva le shirtwaist, camicette bianche con l’abbottonatura sul davanti. Comode e semplici, prendevano spunto dalle camicie da uomo. Le shirtwaist andavano molto di moda all’epoca e le sartine che lavoravano alla Triangle Factory ne confezionavano 1000 al giorno!
La Triangle Shirtwaist Factory aveva sede all’ottavo, nono e decimo piano dell’Asch Building (oggi Brown Building), vicino a Washington Square. Lavoravano alla confezione delle camicette bianche operai provenienti soprattutto dall’Italia e dalla Russia, perlopiù donne molto giovani, alcune appena quattordicenni.
L’incendio della Triangle Shirtwaist Factory.
Il 25 marzo 1911 un incendio divampò nella fabbrica. Morirono 146 persone. 126 erano donne, tra cui 38 migranti italiane. Di queste, 24 erano siciliane. Nessuna veniva dal Piemonte.
Fu la più grave tragedia dell’America capitalista, in seguito alla quale mutarono i rimedi antincendio e si intrapresero battaglie per il miglioramento delle condizioni di lavoro degli operai. Anche le sartine di Torino organizzarono un grande sciopero nel giugno 1911.
I morti furono così numerosi perché le uscite erano state chiuse a chiave dai padroni, per evitare che le operaie si assentassero durante l’orario di lavoro o perdessero tempo. In molte preferirono buttarsi dalla finestra anziché morire carbonizzate.
La storia delle sartine morte tragicamente nel rogo della Triangle Shirtwaist Factory mi ha molto colpita e ho voluto approfondirla acquistando il libro CAMICETTE BIANCHE, scritto da Ester Rizzo e pubblicato da Navarra Editore. Sono riuscita a trovarlo, dopo quattro tentativi, da La Casa Del Libro , una libreria storica di Siracusa.
Il triste destino delle “camicette bianche” italiane.
L’autrice ha ricostruito le storie delle 38 italiane perite nell’incendio, dando loro un nome e raccontando delle loro famiglie, rendendole persone e non solo numeri. Ragazze di 15, 18, 20 anni, partite dall’Italia per sfuggire alla miseria con il sogno di un futuro migliore, attraversarono l’oceano per andare incontro ad una fine terribile. Sono sepolte nei vari cimiteri di New York, soprattutto al Calvary e al Mount Richmond.
Ogni anno a New York ha luogo una commemorazione per ricordare la tragica storia delle “camicette bianche”. In seguito a dei lavori, i nomi delle vittime oggi si possono oggi leggere all’esterno dell’Ash Building. La tragedia delle camicette bianche NON è stata all’origine dell’8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. Per leggere quest’altra storia, potete seguire questo LINK.
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Testi e immagini (dove non specificato altrimenti) © Manuela Vetrano. Per scrivere questo articolo ci ho messo impegno e tempo. Per favore, se vuoi usare questo materiale, scrivimi: info@lacivettaditorino.it.