Durante le mie vacanze romane di fine giugno, oltre ad aver visitato il meraviglioso Cimitero Acattolico, mi sono recata in pellegrinaggio alla Fortezzuola.
Che posto è?
Si tratta di un edificio nascosto tra i fiori e gli altissimi pini marittimi di Villa Borghese. Di origini seicentesche, un tempo era di proprietà della famiglia Borghese e veniva usato per l’allevamento dei volatili destinati alle battute di caccia. Il Comune di Roma nel 1926 lo cedette in uso allo scultore Pietro Canonica, che ci visse e lavorò dal 1927 al 1959, dopo averlo ristrutturato.
Perché si chiama “Fortezzuola”?
Questo nome grazioso deriva dal muro di cinta merlato costruito intorno alla dimora durante il XVIII secolo.
Cosa si trova oggi dentro la Fortezzuola?
Il Museo Pietro Canonica, un magnifico esempio di casa-museo d’artista formato dalla galleria espositiva, dall’atelier e dall’appartamento privato dello scultore.
Il Pianterreno
La Galleria Espositiva si divide in 7 sale (le ex-stalle della Fortezzuola), in cui si possono ammirare le opere di Canonica (celeberrimi sono gli amanti avvinghiati de “L’Abisso” del 1909): marmi, gessi, bronzi; ritratti, monumenti funerari e celebrativi; modelli, bozzetti e repliche.
Questi ambienti furono aperti al pubblico dopo la morte dell’artista (8 giugno 1959) per volontà della seconda moglie Maria Assunta Riggio, conservatrice onoraria dell’Archivio Canonica.
Al piano terra si trovano anche le sale di rappresentanza: una grande Sala di Ricevimento e il luminoso Atelier. È quest’ultima la stanza che mi ha colpito di più: tutto è rimasto fermo al 1959. Sarà la luce del sole che ovatta ogni cosa, saranno gli oggetti “vissuti”, testimoni silenziosi della vita dello scultore, sarà il suo tavolino con gli strumenti ancora sporchi di gesso… tant’è che sembra che Canonica si sia assentato solo un attimo per ritornare da un momento all’altro a riprendere il lavoro.
Il I Piano
Questa parte del museo è stata aperta al pubblico nel 1988, dopo la morte della signora Riggio.
Al primo piano sono gli ambienti più privati: la piccola Camera da Letto, la Sala da Pranzo e la grandiosa Sala della Musica (con il pianoforte che Canonica usava per comporre le sue opere). L’appartamento è arredato da mobili antichi, da oggetti preziosi e dalle sue sculture presenti ovunque.
Alle pareti è la collezione di dipinti dell’artista: sia opere autografe che legate all’Ottocento piemontese e realizzate da pittori suoi amici (il maestro Gamba; Vittorio Cavalleri, che eseguì il ritratto della madre Luigia; Antonio Fontanesi, presente ai funerali della prima moglie Olga…).
Cosa c’entra il Museo Pietro Canonica con il Cimitero Monumentale?
C’entra, c’entra… Pietro Canonica ha lasciato moltissime opere sparse all’interno del camposanto torinese, più di 30!! Presso il Museo Canonica di Roma sono presenti alcuni modelli e alcune repliche di monumenti funerari presenti a Torino. In tutto 7, ecco quali sono:
- Il modello in gesso patinato a bronzo per la scultura in marmo “Meditazione sulla morte”. Fu eseguito nel 1900 per il monumento funerario al barone Carlo di Reynelt, presso il Cimitero di Trieste, ma una copia si trova anche nella III ampliazione del Monumentale di Torino e nel Cimitero di Racconigi (CN).
- Nella II sala è esposto il modello in gesso per lo splendido monumento funerario alla bimba Laura Vigo, eseguito tra 1907 e 1908. Il bronzo è nel Campo Primitivo Est del Monumentale di Torino
- Sempre nella II sala ci si trova faccia a faccia con il gesso de “L’Orfanella – In memoriam” (1886), realizzato per il monumento funerario Guilzoni (bronzo, 1897) a Torino. La possiamo vedere nel settore Sud del Campo Primitivo.
- Nella III sala, una delle più ampie della Galleria Espositiva del museo, è esposto il modello in gesso de “L’Ascensione” realizzato tra 1920-1921 per il monumento funerario in bronzo della famiglia Kuster situato nella III ampliazione
- Nella VI sala si trova la replica in marmo del “Cristo Deposto” scolpito nel 1916 per la tomba Pellion di Persano al Monumentale in III ampliazione, proprio vicino al monumento Kuster.
- Sempre nella VI sala è la replica in marmo del “Cristo Flagellato”. Eseguito nel 1898 (questa replica è del 1920) per la famiglia Falletti, si trova sotto i porticati della V ampliazione.
- Siamo arrivati alla fine con l’ultima opera del Museo Pietro Canonica legata al Monumentale di Torino: si tratta del “Cristo alla colonna”, esposto anch’esso nella VI sala. La scultura in museo è una replica del 1958 del bronzo realizzato nel 1940 per la tomba della famiglia Faina nel Cimitero di Perugia. Lo stesso soggetto però è anche a Torino, nella I ampliazione, e orna la tomba della famiglia Sormani dove si trovano sepolte Olga, prima moglie di Canonica, e Luigia Pedemonti, madre dello scultore.
A questo punto non mi resta che consigliarvi vivamente una visita alla Fortezzuola, ne vale davvero la pena!
Testi e immagini © Manuela Vetrano. Se desiderate utilizzare questo materiale scrivete a: info@lacivettaditorino.it
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Sito ufficiale: www.museocanonica.it