“Ho fatto costruire la cinta di un cimitero che, come spero, sarà il primo d’Italia, dopo il Camposanto di Pisa e quello di Bologna. Io vado spesso su questa passeggiata in mezzo ai morti, che sebbene mi rattristi, mi fa bene all’anima”. Parola di Maria Luigia d’Austria (1791-1847). Figlia dell’imperatore Francesco II d’Asburgo, Maria Luigia è nota per essere stata la seconda moglie di Napoleone Bonaparte e, in seguito al Congresso di Vienna, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Tra le numerose opere che a lei si devono, c’è anche il camposanto di Parma, che fu costruito nel 1817 su progetto dell’architetto Giuseppe Cocconcelli. Il cimitero è detto “della Villetta” dalla presenza di una tenuta agricola seicentesca che lì sorgeva.

Giovan Battista Borghesi, Ritratto di Maria Luigia d’Austria, 1837-1839, Galleria Nazionale di Parma
Sono appena tornata dal mio viaggio nella “Bassa” e una meta del mio soggiorno parmense è stata la Villetta. Non potevo non svolazzare nel cimitero da cui prese spunto l’architetto Gaetano Lombardi per la progettazione del Campo Primitivo del Cimitero Monumentale di Torino! Complice una bella giornata, con al seguito un rassegnato Principe Consorte, ho preso l’autobus 1 davanti alla stazione. In una ventina di minuti eccoci arrivati davanti al sobrio ingresso principale, in viale della Villetta. Subito mi sono recata nella guardiola per cercare una mappa e… che bellezza! A disposizione del visitatore c’è una serie di pieghevoli tematici sulla storia e i personaggi illustri (che trovate anche sul sito del cimitero).

Ingresso del Cimitero della Villetta

Planimetria del Cimitero della Villetta
Nel corso del tempo il cimitero di Parma è stato ingrandito. Al 1884 risale la prima ampliazione, la Galleria Sud, mentre la parte più recente è il Campo Sud. Il cimitero è molto più piccolo del Monumentale di Torino e mi è parso poco ricco di sculture, ma non avendolo percorso in lungo e in largo non posso affermarlo con certezza. Questi sono i monumenti che mi hanno colpita di più:

Conte Giuseppe Serra, + 1918, “Fu uomo benefico”

Monumento Gnecco-Schianchi, 1919-1920

Marino Mazzacurati, Monumento al Partigiano morente, metà XX secolo. La gigantesca opera fu inizialmente posta in Piazzale della Pace. Nel 1968 fu trasferita al cimitero in seguito all’attentato del 9 novembre 1961 che la danneggiò gravemente. Si trova vicino all’ingresso al Sacrario dei Caduti delle Guerre, nella cripta della Galleria Nord edificata nel 1905.
Senza dubbio, la tomba più nota è quella del violinista Nicolò Paganini, della quale già vi ho raccontato nel video del canale YouTube. La tomba è ben segnalata e si trova facilmente. Che legami aveva il genovese Paganini con Parma? Ci visse in gioventù e vi studiò violino, contrappunto e composizione. Vi ritornò chiamato da Maria Luigia per dirigere l’Orchestra Ducale. L’artista fu quindi molto legato alla città.

Particolare della tomba Paganini

Particolare della tomba Paganini
Alla Villetta sono sepolti altri personaggi legati al mondo della musica. Nella mia passeggiata ho incontrato:

Augusto Migliavacca (1838-1901). Era un suonatore ambulante cieco molto amato dai parmensi. Quando morì, il Comune aprì una sottoscrizione pubblica per erigergli una tomba degna, sulla cui epigrafe sono elencate tutte le sue virtù di musicista.

Giuseppe Berzioli, 1803-1871, costruttore di pianoforti. Dal 1854 fu fornitore della Corte di Parma e dal 1857 del Teatro Regio della città.
Durante questo giro cimiteriale io avrei esplorato ogni angolo ma, per non incorrere in audaci tentativi di fuga da parte del Principe Consorte (come molti di voi sanno, Egli non si può proprio definire un “tafofilo”), mi sono limitata a percorrere tutto il perimetro dell’Ottagono Storico. Sulla pavimentazione, in corrispondenza di ciascuna arcata, si notano i chiusini delle cripte di sepoltura che non sono accessibili al pubblico.

“Il porticato perimetrale risulta costituito da 156 campate, definite da pilastri ed archi a tutto sesto, destinate alle confraternite religiose e laiche, alle casate nobiliari della città e, in parte, di proprietà comunale per la vendita in perpetuo o a tempo di avelli singoli. Dal sito www.cimiterodellavilletta.parma.it
E’ sotto i porticati che si conservano le epigrafi e le fotografie più antiche. Queste erano ciò che su cui desideravo maggiormente soffermarmi, perché mi interessano soprattutto quei volti del passato e le piccole, ma importanti, storie quotidiane che nascondono… e voi civettuoli che mi seguite con affetto lo sapete bene! Avrei voluto documentare tutto quello che vedevo, ma alla fine ho preferito scattare poche fotografie per immergermi meglio nella lettura degli epitaffi, di cui questi sono solo pochi esempi. Delicate testimonianze dell’affetto di coloro che restano per chi non c’è più.

Tanti epitaffi scritti a mano per il dottor Balestra
Sotto queste arcate ci siamo stati parecchio, perdendo quasi la concezione del tempo. Siamo stati riportati al 2019 dai nostri stomaci che hanno iniziato a brontolare per la fame. Allora abbiamo salutato i parmensi di ieri e, carichi di memorie e di ricordi, siamo ritornati alla città dei vivi.
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