D’Annunzio. Tracce piemontesi è un volume fresco di stampa pubblicato da Ianieri Edizioni e scritto dalla giornalista Emanuela Borgatta Dunnett. Ho conosciuto Emanuela anni fa, grazie alla nostra passione in comune per l’arte funeraria e per i cimiteri. Donna dalle mille trovate, Emanuela è senza dubbio una sacerdotessa dei nostri tempi, votata non a chissà quali misteri esoterici, bensì tutta devota a mantenere vivo il culto di un defunto (e in questo, capirete, ho subito trovato in lei una persona a me affine). Il de cuius in questione è uno dei più grandi nomi della letteratura del Novecento: Gabriele D’Annunzio.
Emanuela è una nerd dannunziana, conosce tutto del Vate e lo ama svisceratamente, tanto da essersi tatuata alcuni dei suoi motti più noti. Oltre ad adorare il poeta, Emanuela va pazza anche per Torino e il Piemonte. E, allora, chi meglio di lei avrebbe potuto scovare tutti i segni del passaggio di D’Annunzio sul territorio sabaudo? Le sue scoperte sono state raccolte in questo volume, una gustosa guida ricca di curiosità, dalle più note a quelle meno conosciute. Ma lasciamo che sia Emanuela a raccontarci qualcosa del suo libro nell’intervista qua sotto.
NB: Il volume verrà presentato sabato 6 maggio alle 16.30 al Museo Storico della Reale Mutua, non mancate!
Da cosa nasce la tua passione per il Vate, da cui è nato D’Annunzio. Tracce piemontesi?
La mia passione nasce sui banchi di scuola, grazie alla professoressa di lettere, la quale mi suggerì un lavoro comparatistico da proporre all’esame di maturità. Avrei dovuto analizzare Il Piacere di d’Annunzio, Il Ritratto di Dorian Gray di Wilde e A Ritroso di Huysmans. Dopo aver svolto la ricerca, e conseguito il diploma, ho visitato il Vittoriale degli Italiani per la prima volta. Da quel momento, è nata una passione che perdura da oltre un quarto di secolo, facendomi comprendere che non basta una sola vita per carpire le mille sfaccettature di un personaggio così straordinario.
Quali sono i luoghi più significativi del centro di Torino che si possono collegare al poeta?
Le tappe del viaggio che ho strutturato fra le pagine di D’ANNUNZIO – Tracce Piemontesi partono, sicuramente, dalle sale del Museo Storico della Reale Mutua, le quali ospitano un cimelio dannunziano importantissimo che invito i lettori a scoprire! Anzi, colgo l’occasione per inviarli ad una presentazione del volume che terrò proprio al museo, sabato 6 maggio, dove dialogherò insieme alla scrittrice Desy Icardi. Dopo la Reale Mutua, non può mancare un’occhiata al Museo Nazionale del Cinema, per scoprire come d’Annunzio intuì il potenziale di un’arte ancora agli albori; per poi passare all’Archivio Storico dove è possibile consultare la Gazzetta del Popolo (previa richiesta): pregna di aneddoti dannunziani. Non può mancare – altresì – una sosta al Caffè Mulassano per gustare un tramezzino (uno dei tanti termini inventati dal Vate).
Nel Mausoleo di d’Annunzio al Vittoriale si trova un Cristo crocifisso realizzato dallo scultore piemontese Leonardo Bistolfi. Che rapporti c’erano tra i due artisti?
Fraterni. D’Annunzio e Bistolfi intrattennero un fitto epistolario ed il poeta gli dedicò, anche, dei versi. Il crocifisso presente al Mausoleo del Vittoriale non è un’opera unica, ma è posto in un luogo estremamente suggestivo. Per ammirare altri capolavori esclusivi commissionati al Bistolfi, occorre sfogliare il mio libro e, possibilmente, portarlo con sé durante un’ipotetica visita al Vittoriale; chiedendo che le sculture vi siano indicate, per poterne assaporare la rara bellezza.
Il tuo libro D’Annunzio. Tracce piemontesi mette in luce anche un’interessante figura femminile: quella di Luciana Frassati-Gawronska, figlia di Alfredo Frassati. Perché vale la pena ricordarla?
Alfredo e Luciana Frassati sono stati una delle tante “epifanie” in cui mi sono imbattuta durante la stesura di questo libro. Parte di un capitolo è dedicata a padre e figlia. Se il primo ebbe svariati incontri-scontri con d’Annunzio per via della posizione eminente nell’ambiente giornalistico dell’epoca; la seconda fu una socialite (se così vogliamo vederla) molto attiva a livello culturale, in tutta Europa. Pur non avendo grandi rapporti diretti con d’Annunzio, ho voluto mostrarne il carattere formidabile, grazie ad un’intervista alla scrittrice Marina Valensise, autrice di uno splendido volume dedicato alle gesta di Luciana: La Temeraria, edito da Marsilio.
Chi è Emanuela Borgatta Dunnett
Nata a Torino, è insegnante di lingue straniere, bibliofila e collaboratrice esterna per diverse riviste. Da anni si occupa di cultura e spettacolo, con un occhio di riguardo rivolto alle arti figurative, nonché alla figura di Gabriele d’Annunzio. Ama leggere, visitare mostre, recarsi a teatro e viaggiare, mossa dall’eterna scoperta di luoghi ed eventi da narrare, convinta che immagini e parole abbiano un valore intrinseco inestimabile, da condividere e tramandare.
Visita il sito di Emanuela: https://manuwritesandreviews.com/
Seguimi su anche su Instagram e Facebook!
Se ti è piaciuto questo post e vuoi supportare la mia attività, puoi fare una donazione con PayPal. Grazie! Trovi il pulsante SOSTIENI sullo schermo in alto a destra o in basso a sinistra.
Testi e immagini (dove non specificato altrimenti) © Manuela Vetrano. Per scrivere questo articolo ci ho messo impegno e tempo. Per favore, se vuoi usare questo materiale, scrivimi: info@lacivettaditorino.it.