È questo un quesito che attanaglia da un po’ la mia mente di nerd cimiteriale… Perché? Chi era Ludovico di Breme? Il nome è uno di quelli che capita vagamente di sentire sui banchi di scuola, quando si studiano Romanticismo e Risorgimento… un nome che cade subito nel dimenticatoio, sommerso dai tanti più famosi. Almeno così è stato per me. Ludovico è riemerso da uno degli angoli più remoti del mio cervello, quando sono incappata nella tomba dell’attrice Carlotta Marchionni (1796-1861) al Cimitero Monumentale di Torino. Leggendo qua e là la storia di questa donna, ho scoperto che visse con Ludovico un amore finito tragicamente… la mia fantasia ha iniziato subito a galoppare… sentendo il bisogno di saperne di più, mi sono informata e la figura sfocata di Ludovico di Breme è ritornata per me ad essere vivida…
Ludovico Pietro Arborio Gattinara dei marchesi di Breme nacque a Torino il 15 giugno 1780 da Luigi Giuseppe Ludovico e Marianna dal Pozzo dei principi della Cisterna. Studiò filosofia e teologia e nel 1806, in pieno regime napoleonico, prese i voti. Trasferitosi a Milano, entrò al servizio del viceré Eugène de Beauhernais ricoprendo vari incarichi: Elemosiniere di Corte, Governatore della Casa dei Paggi…
Ludovico era alto, esile e di salute cagionevole. Stendhal lo descrisse così: “La sua figura slanciata e triste somigliava a quelle statue di marmo bianco che si trovano in Italia sulle tombe dell’XI secolo”. La sua mente però era aperta e lo spirito liberale. A Milano frequentò i salotti dove ferveva il dibattito sul contrasto tra la letteratura classicista, ancorata al passato, e quella romantica, immersa nel mondo reale. In questi ambienti circolavano anche gli ideali di libertà e rinnovamento capisaldi del sempre più prossimo Risorgimento. Ludovico conobbe gli intellettuali dell’epoca: Mme de Staël, Byron, Foscolo, Pellico… con Pellico instaurò un profondo rapporto di amicizia (studiosi ipotizzano che Ludovico fosse bisessuale e che amasse Pellico, al quale scriveva spesso frasi di questo tipo: “… se vivo è per amarti, per intensamente amarti, per essere il tuo Ludovico”). Nel 1814, con la Restaurazione, dovette lasciare tutti i suoi incarichi e poté dedicarsi alla “schiavitù della penna e della parola”. Scrisse odi, sonetti, opere teatrali, saggi letterari…
Ludovico di Breme è noto soprattutto per essere stato uno dei padri del Romanticismo italiano. Fu il redattore del primo manifesto romantico: “Discorso intorno all’ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani” (1816) e il fondatore del primo giornale romantico: “Il Conciliatore” (1818). Il giornale aveva anche intenti politici sovversivi, infatti fu chiuso dalla censura austriaca dopo un anno di vita.
Torniamo alla sfera sentimentale… Ludovico, a cui “lo stato di prete non gli si confaceva” (Sismondi), non disdegnò mai la compagnia femminile. Fu guida spirituale della viceregina Amalia Augusta di Baviera, con cui forse ci fu del tenero. Ma le storie più importanti furono la contessa Anna Serbelloni Porro e la Marchionni. La relazione con Anna, sposata con un amico di Ludovico, durò dal 1811 al 1813, quando lei morì in circostanze misteriose… suicidio? Avvelenamento? Le malelingue insinuarono che Ludovico c’entrava e che forse lei, incinta, era morta cercando di nascondere la gravidanza… chissà.
Carlotta Marchionni era più giovane di lui di 16 anni. Il loro amore ebbe inizio nel 1815 e durò 5 anni. Scrisse Pellico: “Carlotta serba per Ludovico una specie di culto, come le sole anime grandi possono sentire per le anime grandi”. Tutto finì, amore e impegno letterario e politico (si andavano preparando i moti insurrezionali), a causa della tisi che colpì Ludovico. Il 15 agosto 1820, a soli quarant’anni, morì a Torino. Se ne andò, dopo tre mesi di agonia, un personaggio che aveva sicuramente ancora tanto da dare.
E veniamo alla domanda iniziale: dov’è stato sepolto? Quando Ludovico si spense, non si seppelliva più nelle chiese ed erano già stati costruiti i cimiteri di San Lazzaro e San Pietro in Vincoli. Ludovico era di nobile famiglia, da parte di padre e di madre, perciò non finì di sicuro nei pozzi comuni. Questa è l’ipotesi della civetta: Ludovico di Breme fu sepolto in San Pietro in Vincoli, dove è documentata la presenza delle tombe dei Gattinara e dei dal Pozzo. Il cimitero fu soppresso definitivamente nel 1889 e nel 1970 si decise il trasferimento di tutti i resti presenti nelle tombe di famiglia da San Pietro in Vincoli in una tomba comune nel Campo Primitivo del Monumentale. In questa tomba infatti è segnato un lungo elenco di cognomi in cui figurano, tra gli altri, anche quelli dei Gattinara e dei dal Pozzo della Cisterna. Perciò suppongo che le ossa di Ludovico di Breme siano finite qua dentro insieme a tutte le altre. Se fosse vero – che tristezza! – neanche una lapidina ricorda questo “cuore eccellente” (Pellico).