Martedì 27 gennaio si è tenuta al Cimitero Monumentale di Torino la cerimonia organizzata in occasione della Giornata della Memoria, per ricordare coloro che morirono nei campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. Terminata la commemorazione, insieme alla fedele compagna di mille avventure sepolcrali – leggete: mia madre -, ho visitato i settori ebraici del cimitero. Ce ne sono ben sei. Il più antico risale al 1867 e quando fu costruito si trovava al di fuori del perimetro del camposanto generale, in cui i non cattolici non erano ammessi.
Una domanda è sorta spontanea nel mio cervellino civettuolo: ma prima di approdare al Monumentale nel 1867, dove venivano sepolti gli ebrei torinesi?
Ho trovato alcune informazioni, non precise al 100%, ma che permettono comunque di avere un quadro generale della situazione. Posso però dirvi con sicurezza che il cimitero ebraico torinese è stato itinerante per un bel pezzo, prima di stabilirsi definitivamente dov’è ora. E allora, quali sono state le sue sedi nel corso del tempo?
1 – Via Santa Teresa angolo Via San Tommaso
La presenza ebraica a Torino è attestata sin dalla prima metà del 1400, esattamente dal 1424. Si sa che le quattro o cinque famiglie ebree presenti in città all’epoca usavano per seppellire i loro defunti un terreno nei pressi della Porta Marmorea (la porta cittadina rivolta verso Sud), più o meno tra Via Santa Teresa e Via San Tommaso.
2 – Via Arsenale angolo Via Arcivescovado
Tuttavia, quello che è considerato a tutti gli effetti il primo cimitero israelitico di Torino risale alla metà del 1500. Infatti il 21 maggio 1551 il duca Carlo II di Savoia concesse agli ebrei di utilizzare come cimitero un terreno che si trovava in Via Arsenale all’angolo con Via Arcivescovado, sul quale oggi sorge il palazzo dell’ex Arsenale Militare.
3 – Corso Matteotti angolo Corso re Umberto
Dopo un centinaio di anni di calma, il cimitero ebraico dovette trasferirsi, perché al suo posto si doveva costruire la nuova fonderia per le artiglierie (diventata poi Arsenale Militare e dal 1943 Scuola di Applicazione). Nel 1668 il cimitero traslocò in un’area attigua assegnata dal duca Carlo Emanuele II di Savoia, di forma triangolare e più ampia della precedente, situata tra gli attuali Corso Matteotti e Corso re Umberto. Questo cimitero fu dismesso durante l’assedio di Torino del 1706, perché troppo vicino alle zone di azione militare e perché il terreno fu usato per alloggiare attrezzature militari varie.
4 – Via delle Rosine angolo Via Giolitti
Il cimitero ebraico allora prese baracca e burattini e si trasferì nei pressi del ghetto, lungo la scarpata del bastione di Saint Jean de Dieu (Torino all’epoca era ancora cinta dalle mura di fortificazione), al fondo dell’attuale Via delle Rosine, più o meno all’angolo con Via Giolitti, nell’area che corrisponde pressappoco al luogo in cui si trova l’Istituto delle Rosine. Presente già nel 1710, rimase lì fino al 1772.
5 – Via Napione angolo Via degli Artisti
Un documento del 14 maggio 1772 stabiliva il trasferimento del cimitero israelitico in Vanchiglia, fuori dalla Porta di Po, a sinistra lungo la sponda del fiume, in una zona periferica e insalubre della città, dove scorrevano all’aria aperta diversi canali fognari. E’ probabile che si trovasse nell’area tra Via Napione e Via degli Artisti. Il terreno aveva un’estensione di 47 tavole e nel corso del tempo si ingrandì diventando di 180 tavole circa. Restò qui fino al 1867, per poi spostarsi al Monumentale durante i lavori di riqualificazione di Borgo Vanchiglia progettati da Alessandro Antonelli.
Oggi di questi antichi cimiteri ebraici restano solo poche lapidi, ormai quasi tutte illeggibili, posizionate lungo il perimetro del primo settore israelitico (quello dove si trova la tomba di Primo Levi).
Per quanto riguarda i sei campi ebraici del Monumentale di Torino… beh, questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta!
(Se qualcuno avesse delle informazioni più precise sull’ubicazione degli antichi cimiteri ebraici torinesi, non esiti a CONTATTARMI!)