Torino. Primo piano di Palazzo Reale. Mi trovo nel Gabinetto Cinese, progettato da Filippo Juvarra intorno al 1732. E’ questa forse la sala più preziosa della residenza. Mi soffermo ad osservare la volta dipinta dal pittore Claudio Francesco Beaumont (che, nonostante il cognome “esotico”, era di Moncalieri)… tra le varie raffigurazioni mitologiche, riconosco l’episodio del “Giudizio di Paride”: l’aitante giovanotto, avvolto da un manto blu, porge il pomo della più bella fra le belle alla dea Afrodite. Sopra il capo di Paride, vedo Ermes con di fianco una ninfa alata che sorregge un medaglione su cui è ritratto il volto di una donna… chi fu questa dama? Sulla sinistra della scena leggo poi un cartiglio con scritto: “À la plus belle”. A chi si riferisce esattamente?
Queste domande (e molte altre) trovano le loro risposte nell’accurato libro di Simonetta Pozzati: “À la plus belle. Polissena d’Assia, regina di Sardegna” (edito da Ananke). Leggendolo, scopriamo infatti che la dama ritratta nel medaglione è Polissena Cristina Giovanna d’Assia – Rheinfels – Rotenburg (Langenschwalbach, 21/9/1706 – Torino, 13/1/1735), zia della povera principessa di Lamballe (la sorella, Cristina Enrichetta, ne era la madre) e seconda moglie del re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia. Il Gabinetto Cinese di Palazzo Reale fu un pegno d’amore che il sovrano donò alla sua adorata sposa Polissena, ovvero “à la plus belle”.
Carlo Emanuele III sarebbe stato un marito ideale, se non fosse stato un vedovo per vocazione. Seppellì le sue tre mogli, morte tutte in giovane età: Anna Cristina Luisa del Palatinato-Sulzbach morì a 19 anni, dopo un anno appena di matrimonio; Polissena a 28 anni e infine Elisabetta Teresa di Lorena, che mancò trentenne. Polissena fu la consorte prediletta: madre dell’atteso erede al trono (Vittorio Amedeo III), la sua fu l’unione più lunga delle tre (10 anni) e quella più prolifica (6 figli). Inoltre fu lei al fianco di Carlo Emanuele III durante i momenti più importanti del suo regno.
Le tre donne riposano vicine nell’oscura e quieta solennità della Cripta Reale della Basilica di Superga. Così è scritto sulla tomba di Polissena (che fu traslata dalla cripta del Duomo di San Giovanni Battista a Superga nel 1786):
“Qui riposa Cristina Polissena di Rheinfels
moglie devotissima di re Carlo Emanuele III
per aver perpetuato la stirpe reale a prosperità dei popoli
fu benemerita per lo stato
visse anni 28 mesi 1 giorni 13 e morì il giorno 13 gennaio 1735″
(traduzione dal latino)
“À la plus belle” – il libro di Simonetta – è molto più di una semplice biografia. Si tratta di un testo prezioso, perché mette al centro la figura di una donna, rimasta per molto tempo in ombra pur essendo stata una regina (anche se per pochi anni: dal 1730 al 1735). Un destino questo che accomuna molte delle principesse e sovrane sabaude: conosciamo bene il loro lignaggio e il numero esatto dei figli che partorirono, ma poco sappiamo dei loro gusti e crucci, di come le loro vite scorrevano scandite dai rituali di corte. Questo ci racconta Simonetta: com’era Polissena fisicamente, cosa amava, quali furono le modalità e i motivi per cui fu scelta come sposa per il principe sabaudo, il viaggio verso la sua nuova casa, le nozze, la passione per il marito… molte pagine sono poi dedicate alle curiosità – che tanto interessano la Civetta – legate alla morte e ai funerali della regina.
Allora cosa aspettate? Immergetevi nella lettura di “À la plus belle” e svelate i segreti della regina!
Ora passo la parola all’autrice:
“À la plus belle” è il mio primo saggio lungo di Storia moderna, dopo anni passati a studiare Storia medievale. In origine avrei dovuto parlare di se e come Polissena d’Assia, seconda e amatissima moglie di Carlo Emanuele III, fosse intervenuta nella campagna decorativa promossa dal marito nel Palazzo Reale di Torino, diventato re nel settembre del 1730.
Ho invece scritto la biografia di una donna, tedesca di nascita e rimasta a Torino per poco più di una decina d’anni – dal settembre 1724 al gennaio 1735 – , che ha avuto il caso di sposare il principe ereditario di una delle più antiche famiglie europee. Un matrimonio dinastico che diventa d’amore, un’occasione per la famiglia di Polissena di avanzare nella classifica della nobiltà europea, una possibilità per lo storico di penetrare nel cerimoniale di corte sabaudo ma anche, infine, l’opportunità di capire come queste teste coronate vivessero i loro affetti. E forse questa è stata la scoperta più grande: ho incontrato re e regine, ma è del tutto evidente di come questi siano stati prima di tutto esseri umani che hanno amato, odiato e sofferto esattamente come amiamo, odiamo e soffriamo noi …
(Simonetta Pozzati è nata a Torino nel 1979. Nel 2004 si laurea in Storia Medievale, disciplina in cui si addottora nel 2009. Si avvicina alla Storia moderna nel 2006 per motivi professionali, iniziando a lavorare presso il Palazzo Reale di Torino. Da allora i Savoia e tutto il loro mondo, in primis Palazzo Reale, sono diventati la sua malattia… E la Civetta, che ogni tanto subisce i miei racconti, lo sa bene!!)
Approfondimenti
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