5 aprile 2015
di Lorenzo Naia
Ciao Manuela! Cominciamo dal tuo blog, come e quando è nato?
Ciao! Dunque… mi sono buttata in quest’avventura per vari motivi. Il principale è stato il desiderio di valorizzare il Cimitero Monumentale di Torino, che è un vero museo a cielo aperto. Ho pensato così di mettermi in gioco all’interno di uno spazio in cui poter scrivere liberamente e sviluppare quelli che sono i miei interessi da sempre e che sono anche parte del mio lavoro: Torino, la storia, l’arte e… i cimiteri, le curiosità “funerarie” e le stranezze varie! Nel maggio del 2012 ho creato la pagina Facebook, dalla quale è poi nato il blog. Per me La Civetta di Torino è anche un divertimento, una valvola di sfogo, un modo per scoprire cose nuove ed entrare in contatto con persone diverse!
Com’è organizzato un tour al Cimitero Monumentale di Torino e a chi lo consiglieresti?
I cimiteri in generale offrono tantissimi spunti per parlare di cultura. Le mie “passeggiate” (io le chiamo così!) al Monumentale hanno una base soprattutto storica e non hanno nulla a che vedere con il macabro o l’esoterico. Protagonisti dei miei giri sono le persone: le vite dei personaggi illustri sono note, ma altrettanto affascinanti sono le vicende degli sconosciuti… a volte si riesce a ricostruirle e le sorprese non mancano mai!
Si inizia sempre la passeggiata con il racconto della storia del Monumentale (quando e perché è stato costruito) e poi si procede girovagando per quelle che sono le aree più antiche del cimitero, tra sculture, immagini, epigrafi… ognuna delle quali sembra essere impaziente di rivelare qualcosa!
Di solito partecipa al tour soprattutto il pubblico adulto, ma io lo consiglierei a tutti, perché è una visita che ha una prospettiva un po’ diversa dal solito e ognuno, anche i bambini, riesce sempre a trovare la chiave giusta per entrare in sintonia con questo luogo e il tutto si svolge sempre nel rispetto più assoluto.
Qualche retroscena: curiosità e aneddoti particolari del mondo funerario torinese…
Uh, Signur! Ce ne sono tantissimi!
Nel Monumentale si trovano: l’ingegnere che ideò il suo monumento funebre, la cosiddetta “tomba dei topi”, in cui sono raffigurati molti animali e la sfida è capire dove si trovano i topolini; il barista che volle far immortalare sulla sua tomba gli utensili che gli diedero il benessere economico: caffettiera, tazzina e cucchiaino; l’ebanista che visse a lungo in Egitto e si fece seppellire in un sarcofago egizio autentico…
Invece in generale sparsi sul nostro territorio abbiamo: la “Morta di Agrano”, la mummia di una donna forse vissuta nel ‘600 che si è conservata benissimo fino a noi; Pocapaglia, un cimitero “virtuale” in cui si trovano le lapidi di personaggi inventati, da Anna Karenina a Dorian Gray; le tombe dei Savoia a Superga, dove si trova il Sarcofago dei Re, in cui fu posto Carlo Alberto: alto 204 cm non ci stava disteso… il re allora è stato quasi piegato in due per farcelo entrare!
E questi non sono che degli assaggi…
E se qualcuno si appassionasse all’argomento e volesse proseguire la sua scoperta dell’universo dei non più vivi?! Cosa consigli?
Prima di tutto pensare che sono stati vivi, come lo siamo noi ora. E che, proprio come noi, hanno avuto progetti, idee, amori e odi… perciò ogni singolo caro estinto avrebbe sicuramente qualcosa di interessante da dirci! Ognuno è unico e inimitabile, dopotutto! Poi, consiglierei di entrare in un camposanto qualsiasi (la mia curiosità è iniziata al cimitero di Sassi, non al Monumentale), non pensandolo per forza come luogo di dolore, ma piuttosto come il custode del ricordo e della memoria e lasciandosi incuriosire da ciò che si ha intorno: un volto, una statua, una frase… E infine, se si ha la fortuna, come l’ho avuta io, di avere una nonna che passeggiando con voi è disposta a raccontarvi vita, morte e miracoli dei defunti… il gioco è fatto!
Leggi l’intervista della Civetta di Torino alla Tata Maschio: Una Tata Maschio e le domande difficili dei bambini
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