Ho incontrato per la prima volta la pittrice Elisa Filomena durante una mia visita guidata al Cimitero Monumentale. Allora non sapevo che fosse un’artista, anche se un po’ lo sospettavo. Appena l’ho vista mi è venuta in mente la frase che l’oscuro Lord Rochester sussurra a Jane Eyre nel film del 1996 di Franco Zeffirelli tratto dal famoso libro di Charlotte Brontë: “Dolce e strana creatura quasi ultraterrena”… Elisa Filomena possiede quell’incedere lieve e un aspetto fuori da ogni tempo che sono rivelatori di una personalità tutta devota all’Arte. Siamo diventate amiche su Facebook e lì ho avuto conferma di quale fosse la sua attività. Basta uno sguardo e le opere di Elisa ti risucchiano catapultandoti in un mondo onirico in cui la freschezza dell’arte contemporanea si fonde con la nostalgia del passato.
Ho voluto saperne di più su di lei e le ho posto le domande che trovate di seguito.
Raccontaci la tua storia.
Sono nata con il trasporto per il disegno e per l’arte. Ho sempre disegnato. Fin da piccola riempivo fogli e muri di colori e forme e sentivo precisamente che quella era la mia strada. Ho sognato di fare il Liceo Artistico e l’Accademia e così è stato: prima il Liceo Artistico Renato Cottini di Torino e poi l’Accademia Albertina di Belle Arti. Sono stati anni magici e pieni di sogno che ho vissuto con il massimo della gioia e con grande innamoramento. Al Liceo ho lavorato tanto sul disegno, per me molto importante e che negli ultimi anni è rinato in me prepotentemente come forma di espressione a sé stante. In questo ultimo anno ho raccolto circa un centinaio di disegni ed ora li sento come parte preponderante e fondamentale del mio cammino artistico. All’Accademia invece ho iniziato a dipingere, spesso tele di grandi dimensioni che vivevo come veri e propri “sudari”.
Descrivici la tua arte.
È qualcosa più forte di me, è la mia vita. Sono solo l’operatrice che lavora per riuscire a fare della pittura che amo e di cui non potrei mai fare a meno. La pittura è tutto, ma è molto più grande di tutto. Appartiene ad un altro mondo. Ho tanto da imparare dalla pittura.
Chi o che cosa ispira le tue opere?
Le opere arrivano a me da sole. Le vedo davanti ai miei occhi o si formano da sole lavorando. Dipingendo sento ciò che devo fare. È un po’ come essere guidati da uno spirito inesauribile di idee e tanto più saggio di me. Dipingo di notte perché amo l’atmosfera notturna e sono naturalmente portata a vivere la notte. La notte è portatrice di concentrazione e di profondità.
Chi sono le donne che popolano i tuoi quadri?
Mi ispiro al passato che mi affascina e mi rapisce. Prendo spunto da foto di fine ‘800 – inizio ‘900. Sono donne che per qualche motivo a me sconosciuto mi ispirano e si legano bene con la pittura. Donne di cento anni fa che mi richiamano ad una realtà che non ho vissuto, ma che mi sarebbe tanto piaciuto poter vivere. Spesso però dipingo i loro spiriti più che la loro persona. Sento che vi è un’altra dimensione oltre il reale, un mondo sconosciuto agli occhi che ci guida e ci influenza, ci protegge, ci fa soffrire, ma che ci dona anche speranza e felicità. Spiriti e mortali si mischiano nei miei lavori come parte di uno stesso mondo. La vita e la morte sono la stessa cosa.
Perché in molti tuoi dipinti il colore rosso è predominante?
I colori che utilizzo sono scelti istintivamente e senza cognizione. Un sesto senso interno mi porta alla combinazione del lavoro. Il colore rosso probabilmente è quello che sento più amico e più vicino alla mia percezione della vita: il sangue interiore.
Ci siamo conosciute al Monumentale. Come mai hai deciso di visitarlo e cosa ti colpisce nei luoghi come questo?
Il Monumentale è un luogo affascinante e magico. Lo definisco un giardino incantato. L’arte, il mistero, la storia e il silenzio che vi è in quel posto, come in tanti cimiteri, è fonte di meditazione e di verità sulla transitorietà della nostra esistenza carnale, ma di forte richiamo alla nostra esistenza più vera, quella ultraterrena, in cui credo. L’esistenza delle persone è racchiusa tutta in un piccolo spazio in cui c’è l’immensità. Le foto delle lapidi parlano con poco. I cimiteri sono posti “neutri” come gli ospedali, siamo tutti uguali senza distinzioni sociali. Questo clima mi piace perché riporta alla vera essenza dell’uomo rispetto alla vita. Inoltre i cimiteri sono pieni di fascino, magma che sprigiona da ogni angolo, come in un magnifico racconto o in una musica di Dvořák per esempio. Il tempo è fermo, la natura è forte, il silenzio ti inebria.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho appena partecipato ad un’esperienza fantastica, a cui devo molto, di pittura en plein air curata da Lorenza Boisi, presso il territorio Verbano-Cusio-Ossola. Vi sarà un’esposizione il prossimo anno. Quest’ottobre a Milano avrò un’esposizione alla Libreria Bocca, locale Storico d’Italia patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, a cura di Vera Agosti. Sul mio nuovo sito: www.elisafilomena.com potrete trovare tutti gli aggiornamenti sulla più recente attività.
Non vi resta che entrare nella dimensione di sogno della pittura di Elisa Filomena e lasciarvi coinvolgere dalle sue donne e dei suoi spiriti.
Potete trovare Elisa Filomena qui:
Il sito web: www.elisafilomena.com
Il profilo Facebook: Elisa Filomena
Il profilo Instagram: @elisa.filomena