Prima di incominciare a raccontarvi la storia del Cimitero Monumentale di Torino, è necessaria una premessa che analizza i motivi che, secondo me, dovrebbero spingerci a visitare un cimitero.
Quando tento di parlare di cimiteri con qualcuno (ma vi assicuro che non sono il mio unico argomento di discussione), le reazioni sono le seguenti: occhi sbarrati, arricciamento del naso, toccatina neanche troppo furtiva nelle parti basse ed infine l’immancabile battuta sarcastica. Nessuno si azzarda a pensare al cimitero come ad un parco in cui trascorrere un po’ di tempo. Si tratta piuttosto di un luogo che la gente tende ad allontanare, perché mette in contatto con sentimenti (dolore, cordoglio…) e pensieri (ineluttabilità e mistero della morte…) che sono considerati quasi tabù e che si preferisce scacciare via.
A mio avviso tutto sta nel modo e nello stato d’animo con cui ci si approccia ad un sito di questo tipo. Nel visitare un cimitero non si devono dimenticare il suo ruolo funzionale principale e la sua sacralità: bisogna cercare quindi di mantenere un contegno rispettoso (ed evitare di salire sulle tombe per scattare fotografie come accade nel Père Lachaise di Parigi), ma si devono prendere in considerazione anche i suoi ruoli di:
–museo a cielo aperto;
-luogo deputato alla conservazione della memoria individuale e collettiva.
Per quanto riguarda il primo punto mi sono espressa già in precedenza e vengo quindi al secondo.
In quanto luogo della memoria nel cimitero ritroviamo i nostri ricordi, il nostro passato e le nostre radici.
Vi possiamo ripercorrere vicende storiche (pensate a tutti i protagonisti del Risorgimento o della Resistenza sepolti nel CM di Torino), incontrare personaggi dei quali è fondamentale tener vivo il ricordo (come Primo Levi e Rita Levi Montalcini, entrambi al CM di Torino) e anche imbatterci in perfetti sconosciuti, che però sono stati importanti per coloro che li hanno amati e che attraverso le loro epigrafi e immagini chiedono di non essere dimenticati.
I cimiteri sono preziosi contenitori di storia e cultura. Visitandoli facciamo rivivere il passato nel presente e lo aiutiamo a raggiungere il futuro. In questo senso sono monumenti alla vita piuttosto che alla morte.
Cerchiamo quindi di non osservarli sempre attraverso le lenti della tristezza, ma di osservarli in quanto custodi della memoria e testimonianza della nostra storia e cultura.
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