Una delle prime gite fuori porta con la famiglia di cui ho ricordo è quella fatta al Santuario di Oropa (BI) quando avevo circa cinque anni. Nel 2016, trent’anni dopo, abbiamo replicato la sortita: mancava un personaggio illustre (mia nonna), ma ce n’erano altri (Cavalier Servente, cognato e nipoti). Oropa è però sempre la stessa. Il santuario mariano più importante delle Alpi si trova sul monte Mucrone a circa 1200 metri, immerso in uno scenario da Signore degli Anelli. Le leggende raccontano che il santuario fu fondato nel IV secolo da Sant’Eusebio da Vercelli, però le prime testimonianze scritte risalgono all’inizio del XIII secolo. Il cuore del santuario è la Basilica Antica, costruita nel Seicento sulla primitiva Chiesa di Santa Maria. È qui che si conserva la statua della Madonna Nera. Sarebbe stata portata dall’Oriente da Sant’Eusebio, ma recenti studi hanno appurato che si tratta di un’opera del XIII secolo di uno scalpellino valdostano. Questa scoperta non ha affatto eliminato l’alone di fascino e mistero che scaturisce da questa scultura.
L’allegra brigata ha visitato per bene tutto il santuario (gallerie degli ex voto e mostra di presepi compresi) e, dopo un lauto pasto a base di polenta concia, è stata trascinata dalla civetta a visitare il Cimitero Monumentale di Oropa. Il cimitero si trova sul lato sinistro del santuario e da questo è separato per mezzo della fila di cappelle che formano il percorso devozionale del Sacro Monte di Oropa. Imboccato il sentiero che parte a fianco della Basilica Superiore del santuario, abbiamo scavalcato il Sacro Monte e ci siamo trovati davanti alla piccola Staglieno. Il cimitero di Oropa è stato soprannominato così perché in parte si sviluppa dentro un bosco, proprio come il cimitero di Staglieno a Genova.
In origine a Oropa i defunti erano posti sotto il pavimento della Basilica Antica. Nel 1834 fu creato un cimitero sotto il primo piazzale di accesso al santuario, che rimase attivo fino alla costruzione dell’attuale. Il Cimitero Nuovo, progettato dall’ingegnere torinese Ernesto Camusso e aperto nel 1877, fu costruito sfruttando quello che era un anfiteatro naturale incassato nella montagna. È formato da un ampio emiciclo, che lungo il perimetro presenta un porticato per le sepolture private e un’area scoperta per quelle sia private che comuni. Sotto il porticato corre poi un sotterraneo per altre tombe private.
Appena arrivata, la civetta si è fiondata nel Cimitero Bosco, che si estende intorno al Cimitero Nuovo. È questo il settore più suggestivo, perché le tombe si trovano sparse in modo irregolare in mezzo alla natura. I sentieri non sono ben segnati e si cammina affondando tra le foglie. Tra gli alberi spuntano costruzioni –ma sembrano quasi delle case! – spesso molto imponenti e il silenzio che avvolge tutto le rende solenni come fortezze. Su tutte troneggia l’incredibile piramide di Quintino Sella, la prima tomba sorta nel Cimitero Bosco (1884).
Il cimitero stava per chiudere, perciò ho messo il turbo e sono andata a farmi un ultimo giro veloce sotto il porticato del Cimitero Nuovo e nell’area scoperta. Qui spicca il monumento Bottinelli (1900), in cui si richiama la fugacità della vita umana: una donna anziana è intenta a filare, alle sue spalle un angelo è pronto a tagliare il filo.
Molti artisti che hanno lavorato al cimitero di Oropa sono poi gli stessi che troviamo al Monumentale di Torino:
Odoardo Tabacchi, monumento Ramella, 1886, Cimitero Nuovo
Edoardo Rubino, monumento Maggia, 1905, Cimitero Bosco
Cesare Biscarra, monumento Bona, inizi ‘900, Cimitero Bosco
Leonardo Bistolfi, monumento Canepa, inizi ‘900, Cimitero Nuovo
Celestino Fumagalli, monumento Uberti, prima metà ‘900, Cimitero Nuovo
Si è conclusa così una giornata molto soddisfacente dal punto di vista culturale, culinario e famigliare… Se, dopo averli costretti un’ora in un cimitero, i miei parenti e il Cavalier Servente non hanno colto al volto l’occasione di seppellirmi in buco e lasciarmi lì, non credo lo faranno mai in futuro!
Testi e immagini © Manuela Vetrano. Se desiderate utizzare questo materiale scrivete a: info@lacivettaditorino.it
Approfondimenti
Leggi: L. Bocchietto, M. Coda e C. Gavazzi, L’altra Oropa. Guida al Cimitero Monumentale del Santuario, 2006
Guarda l’album delle foto completo: Oropa, la piccola Staglieno
Guarda l’album del fotografo Marco Casiraghi: Il Giardino delle Ombre – Oropa