Buon anno nuovo a tutti voi, amici della civetta! Siete sopravvissuti alle gozzoviglie natalizie? Io miracolosamente sì, perciò eccomi qui a scrivere il primo post civettuolo del 2016!
A fine dicembre la mia sorellona ha vistato la splendida Val di Peio, in Trentino-Alto Adige, e mi ha fatto un regalo favoloso: mi ha inviato un interessante diario di viaggio “funerario” che voglio condividere con voi, riprendendo in mano per l’occasione la sezione Oltre Torino del blog. Vi riporterò quindi qualche breve informazione raccolta dalla mia augusta parente sul piccolo cimitero militare di Peio (TN).
Fuori dall’abitato di Peio, in posizione isolata, si trova il dosso di San Rocco. A cavallo tra XV e XVI secolo su di esso fu costruita una chiesa dedicata al santo patrono degli appestati. Durante la prima guerra mondiale, l’area intorno alla chiesetta fortificata (è circondata infatti da un muro merlato!) fu trasformata in cimitero militare. Qui furono sepolti un centinaio di soldati, soprattutto austro-ungarici, caduti sul vicino fronte. Le loro spoglie però non sono più in questo cimitero: tra 1921 e 1942 si sono svolte le esumazioni e i resti sono stati trasferiti negli ossari di Rovereto e del passo Pordoi e nei cimiteri militari di Trento, Pergine Valsugana e San Giacomo.
Le tombe che si trovano attualmente qui accolgono le spoglie di alcuni soldati austro-ungarici ignoti morti il 3 settembre 1918 nella battaglia di cima San Matteo. Sono state ritrovate nell’agosto 2004 e nel settembre 2009, imprigionate nei ghiacciai del Piz Giumela e della Valpiana. Sono state inumate nel camposanto per essere “monito perenne agli uomini incapaci di pace”, come recita il cartello che si trova vicino a queste recenti sepolture.
Ora vi lascio alla galleria fotografica e spero prima o poi di riuscire a visitare di persona questo luogo, testimonianza dell’orrore causato da ogni guerra.