Il 19 aprile scorso ha avuto inizio il periodo di Ostensione della Sindone. Arriveranno a Torino migliaia di pellegrini, perciò la città si è attrezzata per riceverli in modo adeguato. Volontari ad ogni angolo che forniscono indicazioni, forze dell’ordine a destra e a manca, chiese aperte h24, bancarelle spuntate dal nulla che vendono la qualsiasi: dalla statua a grandezza quasi naturale di Papa Francesco allo strofinaccio per pulire i fornelli con il volto dell’uomo della Sindone… Tutto sparirà come per magia allo scoccare del 24 giugno, con la fine dell’Ostensione.
In questi mesi sono previste diverse mostre che hanno a che fare con il sacro e la devozione. Tra queste, vi consiglio La Sindone a Palazzo Reale. Tesori preziosi e luoghi sacri al tempo di Guarini, Juvarra e Alfieri. Perché? Beh, è un’occasione per curiosare nelle “stanze segrete” del Palazzo, quelle che sono quasi sempre chiuse al pubblico, e per ammirare 85 (di 700!) preziosi oggetti del Tesoro della Sindone: reliquiari, ostensori, paramenti, arredi databili dal XVII al XX secolo.
Punto di partenza del percorso è la Galleria della Sindone, in cui si trova l’imponente Porta Reale, usata dai Savoia e dalla corte per passare dal Palazzo nella Cappella della Sindone. La prima stanza segreta che si incontra è la Sacrestia della Cappella. E’ tutta circondata da armadiate settecentesche in legno scuro, nelle quali si apre una nicchia da dove una Madonna col Bambino in bronzo vi scruta attentamente, ma con sguardo benevolo (la Madonna è ciò che resta del grandioso monumento funebre dedicato alla Colombina d’Amore, prima moglie del duca Carlo Emanuele II, realizzato nella seconda metà del 1600 da Bernardo Falconi e formato da ben 15 statue). Non so voi, ma io mi chiedo sempre cosa si nasconde dentro gli armadi delle sacrestie… qui il mistero è svelato, perché le ante sono tutte aperte: turiboli giganti, tessuti dai ricami sontuosi, calici dorati e una marea di reliquiari contenenti le ossicine dei santi cari ai Savoia.
Per me il momento più emozionante della visita è stato passare dalla Sacrestia al vestibolo che introduce nella Cappella della Sindone. La Cappella è luogo funerario per eccellenza. Realizzata quasi interamente in marmo nero, è stata costruita per custodire il lino in cui si dice fu avvolto Gesù dopo la morte e quattro tombe sabaude (dei duchi Amedeo VIII, Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele II e del principe di Carignano Tommaso). Entrando, si vede a sinistra la scalinata che dal Duomo porta alla Cappella e sulla destra il cantiere di restauro. Non credo di essere mai entrata qui dentro prima del nefasto incendio del 1997. Immersa nel silenzio e nella penombra, mi chiedo cosa si provava quando ancora si aveva il privilegio di perdersi a osservare l’architettura geniale ideata da Guarino Guarini, prima che le fiamme inghiottissero tutto quanto. E’ un luogo che ha il potere di inchiodarti a terra, anche se si vedono quasi solo impalcature, e mi sono imposta di uscire per continuare il mio giro, altrimenti avreste potuto trovarmi ancora lì come uno stoccafisso.
Dal vestibolo si torna in Sacrestia e si percorre poi tutta la Galleria della Sindone. Ai lati della Porta Reale, anch’essa in marmo nero, sono due grandi teche a piramide. In una sono esposte le statue in legno rivestito di foglia d’oro di angioletti un tempo posti intorno all’altare della Cappella della Sindone e che di sicuro se la sono vista davvero brutta durante l’incendio. Nel lato breve della Galleria sono appesi alle pareti dei grandi quadri… hanno un aspetto impolverato e greve, sembra che siano stanchi di non essere mai guardati da nessuno… l’occhio funerario della civetta mi porta a segnalarvi Il Lutto del Piemonte, dedicato alla morte del re Carlo Alberto (28 luglio 1849) ed eseguito da Gaetano Ferri, e una tela a soggetto storico del 1858 di Andrea Gastaldi, pittore sepolto al Monumentale!
La Galleria della Sindone collega il Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale alla Cappella Regia, altra stanza segreta dalle mille meraviglie, come il tabernacolo intarsiato nel 1760 dal giocoliere del legno, Pietro Piffetti . Costruita negli anni ‘20 del 1700 da Filippo Juvarra, fu totalmente rimaneggiata nella seconda metà del secolo da Benedetto Alfieri. Sul lato sinistro si apre la Cappella del Beato Amedeo di Savoia (domina l’ambiente la statua del beato realizzata da artisti che lavorarono anche alle Tombe Reali di Superga) e sulla destra si accede alla Tribuna, da cui la famiglia reale seguiva le messe. Qui sono conservate una cassa-reliquiario, in cui si trovano le reliquie e la statua in cera della piccola Santa Filomena (vissuta tra III-IV secolo), e una teca che espone una Pietà in cera di scuola napoletana.
L’ultima stanza segreta visitabile è la Galleria delle Battaglie, che comunica con la Tribuna e la Galleria della Sindone. Fu realizzata negli anni ’40 del 1700 per volontà del re Carlo Emanuele III. Se alzate lo sguardo e osservate la volta affrescata da Claudio Francesco Beaumont, vedrete il sovrano ritratto in tutta la sua bellezza all’interno di un medaglione, tutto intento ad ammiccarvi. Nella sala, dentro un’altra teca a piramide, troverete due preziosi reliquiari ottocenteschi: uno a fiala contenente un chiodo della corona di spine e un altro a forma di crocifisso con frammenti del legno della croce di Cristo, e un ex-voto del 1632 in argento sbalzato e cesellato realizzato per volontà della città, che durante la peste del 1630 decise di affidare la salvezza dei torinesi alla Sindone.
La mostra sarà visitabile fino al 24 giugno, perciò affrettatevi, prima che le stanze segrete di Palazzo Reale richiudano le porte sui loro tesori…
(Come sempre ringrazio per le foto Simona De Pascalis!)
Testi © Manuela Vetrano. Se desiderate utilizzare questo materiale scrivete a: info@lacivettaditorino.it
Approfondimenti
Sito ufficiale: www.mostrasindone.it